Padre Tommaso a Cancano il 28 giugno 2008

Tre Parole ... per salutarvi tutti: GRAZIE, MISERICORDIA e RICORDO

Tre parole nelle quali vedo condensati i sentimenti che mi riempiono il cuore in questi tempi.

GRAZIE.

GRAZIE a tutti,
perché verso tutti sono debitore. Parto da Lecco carico di tanto bene ricevuto e di tanta esperienza accumulata, arricchito nella mia umanità e nella mia fede.
GRAZIE ai miei frati
con i quali ho spezzato il pane quotidiano: con loro ho vissuto i mesi e gli anni e con loro ho condiviso tanto, anche nella fatica, ma ancor più nella letizia dello stare insieme.
GRAZIE ai preti del nostro decanato.
Li ho sempre percepiti come fratelli accoglienti. La loro compagnia mi ha rallegrato e la loro esperienza mi ha giovato. Insieme a loro ho faticato volentieri per il Regno di Dio.
GRAZIE alla schiera numerosissima dei "volontari"
con i quali ho lavorato e dai quali ho appreso la generosità nella dedizione, la costanza e la perseveranza negli impegni assunti, la franchezza nei rapporti.
GRAZIE agli anziani e ammalati.
Da loro ho imparato la pazienza e la fede negli acciacchi della vecchiaia e la preghiera silenziosa nelle lunghe giornate, spesso trascorse nella solitudine.
GRAZIE a tutti coloro che con passione e semplicità parlano di Gesù Cristo,
non permettendo che la sua presenza tra noi, nel nostro mondo distratto e convulso, venga dimenticata.
GRAZIE alle tante persone che pregano tanto,
che pregano per la parrocchia, che hanno pregato per me e per noi frati, circondandoci di quella forza che viene dall'alto.
GRAZIE alle giovani coppie - fidanzati e sposi -
per la freschezza e la gioia degli inizi che mi hanno comunicato; per il valore del sapersi ascoltare e comunicare - come esigenza di una esistenza vissuta nell'amore - che mi hanno richiamato; per la tenerezza, che tra loro ho intuito, e quasi spiato, come unica possibilità di accogliersi per tutta la vita.
GRAZIE a coloro che operano nell'ambito della carità e solidarietà,
attenti ai più deboli, perché mi hanno richiamato il comandamento di Gesù e da loro ho appreso ad essere insoddisfatto non per quel che mi manca, ma per quanto non so donare agli altri.
GRAZIE a coloro che si prendono cura della nostra chiesa parrocchiale,
casa di Dio e della comunità, rendendola accogliente e decorosa per la celebrazione dei santi misteri.
GRAZIE a coloro (adulti e bambini) che ci hanno aiutato con il canto e la musica
a gustare la bellezza di ciò che celebriamo, lo splendore del mistero che è Dio.
GRAZIE a coloro che rendono più bella la nostra comunità cristiana,
arricchendola con la cultura, l'arte, lo spettacolo. Hanno il compito di immergerci in sentimenti, emozioni, pensieri e immagini che elevano lo spirito e fanno cogliere lo spessore di persone, cose e avvenimenti, sottraendoli all'usura della monotonia, spesso logorante, della quotidianità.
GRAZIE a tutti gli sportivi, agli atleti e ai loro allenatori ed accompagnatori:
frutto della loro dedizione è un ambiente sano e sereno per tanti ragazzi e giovani che hanno bisogno di qualcuno che permetta loro di scoprire il senso dell'essere in compagnia.
GRAZIE al Signore della messe
il Signore della nostra comunità che da lui prende nome perché suscita tra noi dei "santi". Io in questi undici anni li ho incontrati: umili, miti, operatori di unità e pace, autentiche pagine di Vangelo incarnato nel nostro quartiere.
GRAZIE al Signore perché mai si è stancato di me, mai ha perso la fiducia in noi.
Il suo Spirito, in tutti questi anni, si è messo all'opera prima di noi, ha faticato più di noi, ha lavorato meglio di noi. In lui rimetto il mio passato, consegno il mio presente, affido il mio futuro e quello di questa comunità parrocchiale che, con tutta sincerità, posso affermare di avere amato, ma che, soprattutto, so amata dal Signore.

MISERICORDIA.
Da quando nella mia vita ho "scoperto" questa parola non l'ho più lasciata.
Vi confido che mi torna più volte in mente ogni giorno. La misericordia di Dio, anzi, il ritenere per certo che Dio è misericordia: questo rallegra la mia vita. D'altra parte, la constatazione, pure quotidiana, del mio non rientrare nella Beatitudine dei misericordiosi: questo mi addolora. Talvolta mi sembra che questo sia l'unico vero dolore della mia vita, perché senza misericordia dove posso andare? A che serve l'occuparmi e il preoccuparmi? Senza misericordia la mia vita è paglia perché Dio è misericordia, appunto. Lo splendore di Dio è la misericordia ed io posso essere una tenue luce solo se in me c'è un qualcosa del cuore di Dio. Alla misericordia che è Dio io consegno questi anni trascorsi tra voi. Anche al vostro cuore misericordioso, capace di comprensione e tenerezza, io consegno ciò che ho detto e fatto in mezzo a voi. Consegno così tutte le mie incoerenze, fragilità, errori; consegno le offese e le sofferenze che posso aver procurato a qualcuno e chiedo di essere sostenuto e avvolto dal perdono.

RICORDO,
significa tenere qualcuno vicino al cuore. Per i cristiani ricordarsi a vicenda vuol dire vivere la meravigliosa realtà della comunione dei santi, pregare gli uni per gli altri, presentare l'altro al Padre, perché lo tenga vicino al cuore: Signore, ricordati, non lasciar perdere quel mio fratello, quella mia sorella; ricordati di noi. Per un cristiano ricordare significa pensare all'altro, raccogliendo tutta la sua realtà: anche la debolezza e le fatiche dell'altro, senza ipocrisie, senza trascurare nulla dell'altro perché tutto va presentato al "ricordo" del Padre che ha cura dei piccoli che gridano a lui. In tal modo io vorrei essere ricordato da voi e così io mi ricorderò di voi, di questa bella comunità di S. Francesco con la quale ho camminato per undici anni.

Infine, altre tre parole alle quali in questi anni mi sono spesso rifatto.

Siate in profonda COMUNIONE.
Vivete la CORRESPONSABILITÀ.
Fate tutto in COLLABORAZIONE.


Lo Spirito di Gesù porti il suo frutto in noi: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé.

di Padre Tommaso